La femminilità poetica e sognante del Realismo Magico di Roberta Imperatori

L’evasione dalla contingenza, da una realtà che appare stretta, troppo dura o priva di fantasia, è una tendenza che ha contraddistinto il cammino di molti artisti del passato e che caratterizza anche molti contemporanei, dando così corpo a un mondo fantastico, sognante o solo enigmatico all’interno del quale depositare emozioni, desideri, bisogno di trovare una dimensione differente da quella quotidiana. La protagonista di oggi racconta di un universo ideale in una terra poetica dentro cui rifugiarsi per ritrovare le sensazioni più pure e liriche.

In qualsiasi momento storico in cui la contingenza diveniva troppo complessa o dolorosa da accettare, gli artisti hanno trovato una scappatoia emozionale, dando origine a correnti pittoriche in cui la spiritualità e il sentire dell’individuo dovevano prevalere sulla realtà circostante in quanto unico modo per non perdersi e lasciarsi sopraffare dagli eventi esterni. Il Simbolismo fu il primo movimento in cui si volle cercare un contatto con la spiritualità ponendo l’accento sulla rappresentazione dell’oggetto filtrata attraverso il sentire del soggetto; con l’avvicinarsi del Ventesimo secolo e l’incertezza sul futuro provocata dai venti di guerra, l’Espressionismo affermò l’esigenza di liberare le proprie paure, le angosce ma anche l’irriverenza nei confronti dell’ipocrisia della vita borghese apparentemente impermeabile agli accadimenti circostanti e alla vita difficoltosa della classe operai, attraverso un tipo di pittura forte, intensa, in cui tutte le regole classiche furono sovvertite e dove colore doveva necessariamente accordarsi al sentire interiore dell’artista, anche a costo di apparire irreale. Poco dopo il Surrealismo si propose invece di esplorare i mondi paralleli, le inquietudini dell’inconscio e degli incubi alimentati dall’osservazione delle devastazioni dei conflitti mondiali e dalla consapevolezza della fuggevolezza dell’esistenza. Malgrado il forte impatto emozionale e psicologico di queste tre correnti si percepiva ancora un forte legame con la contingenza, la causa di partenza di un distacco che era condizione necessaria per la sopravvivenza dello spirito, di un’interiorità troppo fragile e dunque necessitante di essere protetta, di trovare una valvola di sfogo, più o meno mentale e consapevole, per uscire fuori dal buio. A partire dagli anni Venti del Novecento cominciò a delinearsi però un ritorno all’ordine, un bisogno di restare più attaccati alla realtà pur evidenziandone l’enigma, l’insolito che si nasconde dietro ciò che è ordinario e da questa nuova esigenza nacque il Realismo Magico; il movimento di cui furono protagonisti in Italia Ubaldo Oppi e Felice Casorati, le cui opere lasciavano emergere quel senso di estraniamento dei protagonisti quasi disorientati dall’ordinarietà in cui venivano ritratti, ebbe una successiva evoluzione a partire dagli anni Cinquanta in avanti, a seguito della quale la realtà si sovrappose via via in maniera più incisiva al sogno, all’aspetto lirico e sospeso nel tempo dei protagonisti fino a mescolarsi con il Surrealismo Metafisico escludendone però l’inquietudine e lasciando spazio alla serena tendenza verso l’irrealtà, verso un universo ideale, come nelle opere di Balthus e del contemporaneo Vladimir Kush. L’artista romana Roberta Imperatori apre la sua porta creativa verso un mondo magico, poetico, un rifugio soffice all’interno del quale coltivare le sensazioni più pure, immediate, semplici, quelle che lasciano fuoriuscire un desiderio di armonia, di piacevolezza che può avvolgere l’esistenza nel momento in cui si osserva tutto con lo sguardo di un fanciullo.


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 Le Nereidi

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